giovedì 18 febbraio 2010

Giornalisti on-line e freelance: mai così colpiti.

Giornalisti on-line e freelance:mai così colpiti. (estratto dal blog di Marco Pratellesi)

Pubblicato l'ultimo rapporto del Committee to Protect Journalists: la crescita di freelance e giornalisti online sta rendendo più vulnerabile la stampa, soprattutto nei paesi oppressivi. Ma la rete si conferma anche l'antidoto migliore per limitare i danni della censura. Il rapporto analizza la situazione Paese per Paese come ci racconta Raffaele Mastrolonardo
99 giornalisti e operatori dell'informazione uccisi e 136 imprigionati in tutto il mondo nel 2009. Questo il bilancio stilato dall'associazione newyorchese
Committee to protect journalists (Cpj) nel suo ultimo rapporto Attacks on the press 2009 . Quella del reporter, soprattutto quando al governo ci sono regimi repressivi, continua a essere una professione pericolosa. Un mestiere, spiega l'indagine, ancora più rischioso se si è giornalisti freelance o online e non si po' contare sulla protezione di organizzazioni strutturate e influenti. Tuttavia, il ruolo di chi cerca di fare informazione su Internet e per conto proprio, dice lo studio, “è più importante che maiin un contesto in cui “la tecnologia sta cambiando il modo in cui la gente nel mondo raccoglie e riceve l'informazione” e le “testate internazionali tagliano gli staff e chiudono gli uffici all'estero”.
VULNERABILI ONLINE – Se così stanno le cose, non sorprende che le statistiche di Attacks on the press 2009 mettano in luce la vulnerabilità di queste tipologie di reporter. Dei 136 giornalisti arrestati lo scorso anno, 68 hanno usato il Web come luogo di diffusione dei propri lavori, una cifra che rende la rete il medium che ha pagato il più alto tributo alla libertà di stampa (sono 51 i reporter della carta stampata finiti in galera). Tra coloro che sono stati imprigionati, fa notare l'indagine, ben 60 erano freelance.
POLITICA PERICOLOSA - Quanto ai motivi che hanno portato al carcere, la ragione più frequentemente invocata dalle autorità per giustificare la repressione è l’attività “antistatale”: con tale accusa sono stati incarcerati 64 giornalisti. I temi politici restano, in generale, i più pericolosi da trattare, se è vero che dei 71 reporter uccisi per i quali è stata accertata la motivazione dell'assassinio 48 (il 68%) si occupavano proprio di questi argomenti.

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