martedì 20 aprile 2010

Il coordinamento scrive all'ODG nazionale

Pubblichiamo la lettera che il nostro coordinamento ha inviato al presidente e al segretario dell'Odg nazionale, Lorenzo del Boca e Enzo Iacopino, in vista della partecipazione agli "Stati Generali degli Ordini", convocati giovedì scorso dal Ministro della Giustizia Angelino Alfano

Caro Presidente, caro Segretario,

quello di giovedì prossimo, “Gli Stati Generali degli Ordini” convocati dal ministro Alfano, è un appuntamento che noi giornalisti freelance, precari o abusivi che dir si voglia attendiamo con ansia. Comincia un percorso che, al di là di quel che porterà nell’ambito della riorganizzazione del nostro Ordine, è occasione importantissima per richiedere la reintroduzione del tariffario minimo inderogabile. Riteniamo legittimo chiedere che vi facciate interpreti delle nostre esigenze.

Abbiamo cominciato la nostra carriera professionale spesso in nero, quasi sempre pagati poche lire ad articolo, senza tutele, senza ferie, senza coperture previdenziali. Il percorso di inquadramento nell’Ordine e nell’Inpgi 2, pur rimediando ad alcuni problemi, non ha invece previsto una parallela crescita dei compensi per il lavoro che prestiamo. Gli accordi sottoscritti nelle grandi realtà editoriali in questo momento di crisi dimostrano che siamo in presenza di riduzioni irreversibile del numero di assunti nelle redazioni. Quello che per gli editori sarà la panacea di tutti i mali, Internet, oggi è un guazzabuglio di precarietà e sfruttamento ben lontana anche dalla più pessimistica immaginazione.

Non solo reddito, ma soprattutto reddito è la nostra priorità oggi. Impossibilitati a contrattare le parcelle con i “clienti”, che nel nostro caso sono gli editori, è più che mai necessario che l’Ordine professionale vegli sulla qualità e la deontologia del lavoro prestato che necessariamente passa dalla dignità del lavoro.

Ricordiamo anche la recente sentenza della Corte di Cassazione sui compensi minimi: i giudici hanno dato ragione a un collega pagato con un compenso indecente, condannando l’editore a integrare la differenza con quanto previsto dal tariffario dell’Ordine. In particolare, la Suprema Corte ha ribadito che, in mancanza di un accordo con l’azienda, al giornalista spetta il compenso previsto dalle tariffe professionali.
Disponibili a un incontro per chiarire ulteriormente le nostre posizioni, auspichiamo che il nostro Ordine si faccia portavoce delle nostre richieste.

Coordinamento precari dell’Emilia-Romagna

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