mercoledì 19 maggio 2010

Le grandi interviste ai candidati Free C.C.P.


ANTONELLA CARDONE, 32 anni, antonella.cardone@email.it
Iscritta all'ordine come professionista dal 2008. Candidata per il consiglio nazionale.

Viso da bambolina e animo da combattente, come convivi con questa tua evidente bipolarità?
Fosse stato per me, avrei volentieri fatto la velina a Mediaset per poi finire ministro o europarlamentare e tornare in tv a settant’anni per “Velone”. L’avessi fatto, oggi invece di preoccuparmi di pagare il mutuo, avrei qualcuno che me lo paga a mia insaputa!Ma fin dalla più tenera età a scuola mi hanno traviato i professori comunisti: anni e anni a farmi cantare “Bella ciao” e studiare Marx, quegli eversivi…E’ colpa loro, se sono bipolare!
In realtà tu sognavi uno scranno in parlamento ammettilo.
Io devo salvare il mondo illuminando di conoscenza le masse e accompagnandole verso il sol dell’avvenire, così mi pare di aver capito. Tu dici che per farlo devo andare in Parlamento? Non credo, anche se i soliti professori comunisti all’università mi avevano avviato a una carriera da politologa. Ma fin da bambina la mia idea per salvare il mondo era un’altra: spiegare al popolo questioni complesse con parole semplici, scritte nere su bianco su un pezzo di carta di modo che ci si potesse ragionare su con calma, avere il quadro veriterio su ogni situazione e risvegliare le coscienze. Poi sono cresciuta….
E hai cambiato idea?
No, credo ancora che ci debba essere impegno civile nella professione, nella nostra come in tutte le altre. Sono un’idealista, anche se non è molto di moda oggi.
Sei de coccio, insomma.Si può dire prosaicamente anche così, in effetti. Comunque, dopo 13 anni che faccio questo lavoro, ho capito che prima di salvare il mondo, bisogna pensare a mettere assieme il pranzo con la cena: è così difficile guadagnare uno stipendio decente, facendo questo mestiere!
Ma come, quella dei giornalisti non è una casta????
Per una minoranza forse sì, per tutti gli altri no. Racconto la mia carriera. Ho cominciato a lavorare nel 1997 in un’agenzia di stampa, dicevano sempre che ci avrebbero pagato, che ci avrebbero fatto i documenti per l’iscrizione all’Ordine dei Pubblicisti. Così per un anno e mezzo, e invece, nisba soldi e nisba tesserino. Poi ho lavorato in un freepress, con un contratto “vero”: quello da cococo, i primissimi possibili dopo la legge Treu, prendevo 300 mila lire al mese per lavorare anche sabato e domenica…. Facendo di necessità virtù, mi sono districata nel corso degli anni tra siti internet, uffici stampa, house organ, quotidiani locali e nazionali, anche l’insegnante, mi sono messa a fare. I pagamenti sono stati formalizzati in stage, collaborazioni, ritenute d’acconto, consulenze, spesso cottimo vero e proprio.
Quante cose, sarai milionaria….Macchè!
Lavorando sette giorni su sette e dimenticando le vacanze, nei periodi “buoni”, ho guadagnato uno stipendio decente, in quelli “neri”, una vergogna.
C’è qualcosa che non ti interessa?Io mi occupo di tutto lo scibile, nei quotidiani con cui ho a che fare, quelli per cui più mi pace scrivere (Repubblica, Riformista, Italia Oggi, Unità, per fare qualche esempio) le incursioni nelle piccole e grandi storie di vita sono molto gradite. Personalmente, però ho una particolare predilezione per i grandi temi di economia e politica.
Ma di cosa ti fai?
Bignè al cioccolato e torta tenerina. Ma aspetta: che ne dici se nel nostro luminoso programma per l’Ordine, assieme al fondo pubblico per chi ha redditi bassi e lo sportello precari, ci mettiamo anche una convenzione con una pasticceria per tutti i giornalisti freelance?
E’ questo il vero motivo per cui hai aderito ai Freccp?
Ormai alle conferenze stampa se ti danno acqua di rubinetto è già tanto…

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