domenica 13 marzo 2011

Vademecum del perfetto collaboratore/precario/freelance

La prima, e forse più grande, difficoltà di un coordinamento precari/freelance è quella di stabilire una linea oltre la quale noi stessi non dovremmo andare. Contestare le scelte aziendali, attaccare le decisioni dei direttori e protestare contro le palesi mancanze di garanzie è doveroso e forse pure facile; non lo è accettare che molti di noi spesso (per leggerezza o con coscienza) sviliscano ulteriormente le nostre già precarie condizioni. Una linea comune è quantomeno necessaria e per questo i Free CCP hanno stilato un vademecum su cui riflettere a cuore aperto e mente lucida. Nessun obbligo o imposizione, ci mancherebbe, ma una serie di consigli utili per evitare davvero di scannarci tra di noi anche quando non richiesto.

Una guida scritta con il cuore, tra il serio e il faceto, per provare ad arrivare a fine mese senza avere il conto in rosso ma con la coscienza pulita. Dieci punti a cui ispirarsi suddivisi in due ambiti spesso ambiguamente mescolati tra loro: contro i colleghi e per il tuo futuro.

Degradare se stessi e il proprio valore può avvenire in molte maniere, spesso anche inconsapevoli. Lavorare quando gli altri collaboratori si sono già rifiutati (giustamente) di farlo è scorretto e controproducente. Nel tentativo di costruirci un futuro evitiamo di distruggerci il presente.

CONTRO I COLLEGHI

1) NON si lavora festivi, festività, domenica (esclusi i giornalisti sportivi e chi deve aggiornare il sito ovviamente) natale, pasqua, labour day, ramadan, festa dei rastafariani, bank holiday, giorno dopo capodanno, ferragosto, hanukkah, giorno della Germania unita. Insomma ci siamo capiti: tutti quei giorni in cui i colleghi contrattualizzati percepiscono paga doppia sarebbe gradito (nonché decoroso) lasciare loro il privilegio di lavorare.

2) In linea generale NON si fanno foto. Non c’è bisogno di attaccare il pippone ai capi -“guarda non lo faccio perché lo ritengo svilente nei confronti dei colleghi fotografi”- e bla bla, bastano pochi accorgimenti. Ecco una serie di scuse utilizzabili a rotazione: “il mio nokia-fisher price non fa le foto”, “si è rotta la camera nel cellulare”, “ho prestato la macchina fotografica a mia sorella che si vende su internet”, “il fotografo mi ha già tagliato le gomme del motorino”, “i miei antenati erano indiani d’America, per la nostro cultura la fotografia ruba l’anima dei soggetti fotografati”. Nel caso invece la redazione vi metta a disposizione una macchina fotografica redazionale occhio! Vuol dire che viene meno la caratteristica di lavoratore autonomo per cui vi pagano una miseria!

3) So-so-solidaritè: quando la mettono nel culo a quello di fianco non ridere, il prossimo sarai tu.

Piccoli trucchetti utili nel caso, facendo corna e scongiuri vari, si debba rivendicare (anche con una causa) la propria posizione lavorativa.

PER IL TUO FUTURO

4) Conservate tutti i messaggi sui cellulari, le conversazioni su Skype e le mail con gli INCARICHI, del tipo “oggi vai alla conferenza delle 12.00” oppure, meglio ancora, “scrivi 55 righe”. Stesso discorso per le agenzie stampa inviate da capi, vice capi o colleghi contrattualizzati. Per i messaggi d’amore e proposte oscene valutate voi, ma ricordate che Ruby per meno di 300 euro non saluta nemmeno.

5) Passate in redazione più tempo possibile, ogni volta che vi invitano a farlo soprattutto, e rimanete dentro anche a lavorare e/o a partecipare alle riunioni. Se riuscite, quando siete lì scrivete dai computer redazionali e utilizzando il sistema editoriale. Colonna sonora consigliata: Rock the casbah, The Clash.

6) Se non avete la fortuna di avere un redazione dotata di un numero verde gratuito, fatevi richiamare. Proprio come negli anni ’90, bombardate di squilli i vostri capi finché non capiscono che debbono richiamarvi loro. Non esiste nessun evento o pezzo così urgente da farvi spendere più soldi di quelli guadagnati per il singolo pezzo.

7) In quei rari casi in cui riuscite ad ottenere un rimborso spese (oltre ad offrire da bere ai colleghi) conservate SCRUPOLOSAMENTE copie delle ricevute. Scontrini, accrediti bancari dei rimborsi spese valgono tantissimo. Soprattutto per i colleghi dello sport (spesso gli unici ad usufruire di questo diritto) ogni trasferta rimborsata, ogni panino mangiato, ogni taxi preso è una prova del rapporto lavorativo.

8) Conservate i pass e gli accrediti con il vostro nome. Parafrasando quel vecchio trombone di Cartesio “scribo ergo sum”.

9) Spendete il meno possibile SEMPRE: andate nella sala stampa del vostro comune a scroccare le telefonate, nei bar con la connessione wi-fi, dall’amica ricca con la casa al mare. Idem per la rassegna stampa: non c’è bisogno di regalare ogni mattina all’edicolante 15 euro per essere aggiornati: nelle biblioteche, nei comuni, al bar sotto casa.

LAST BUT NOT LEAST

10)Fatevi un favore: iscrivetevi al sindacato.

1 commento:

  1. :) che meraviglia di articolo!
    P.s. Non sono ancora iscritta ad un sindacato, qualche consiglio?

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