mercoledì 29 giugno 2011

FNSI. Avviare un'inclusione di tutti i coordinamenti di base.

Riteniamo una mancanza estremamente grave che oggi a Napoli in occasione dell’incontro tra vertici regionali e nazionali della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, non si sia pensato di invitare il Coordinamento precari dei giornalisti campani, visto che tema del confronto era appunto il precariato e le emergenze del giornalismo freelance.
Si tratta di un atteggiamento ad excludendum che pare incomprensibile a quei 24 mila giornalisti attivi che lavorano quotidianamente senza contratto, ormai evidentemente maggioritari rispetto ai 20 mila contrattualizzati.
Non è questa la sede per cercare rei e colpevoli della situazione di degrado in cui versa il sistema informativo italiano, in cui, come dimostra il caso di Pierpaolo Faggiano, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno che a 41 anni ha deciso di togliersi la vita, accade anche che di precariato si muoia.
Certo è, però, che per la maggior parte dei colleghi i Coordinamenti di base – composti da giornalisti che vivono i problemi sulla loro stessa pelle - rappresentano il volto più credibile del sindacato.
Laddove, come in Emilia-Romagna, dirigenze lungimiranti e attente hanno saputo accogliere all’interno del sindacato le istanze e le competenze espresse dai Coordinamenti di base, ne hanno guadagnato tutti: sindacato e colleghi.
Stupisce, infine, che nonostante le indicazioni congressuali e gli inviti della Giunta all’inclusione, ancora oggi esistano realtà in Italia che vadano in controtendenza ed esprimano con i fatti atteggiamenti mentali di preclusione totale, come se ancora oggi si ritenesse che le istanze dei collaboratori, dei precari e dei freelance non dovessero avere nel sindacato unitario Fnsi la loro giusta sede di rappresentanza.

Free Ccp
Coordinamento giornalisti freelance, collaboratori e precari dell’Emilia-Romagna

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