venerdì 21 maggio 2010

Le grandi interviste ai candidati Free C.C.P.


GIUSEPPE PERSICHELLA beppe.p@gmail.com 29 anni

Iscritto all'Ordine come Pubblicista nel 2004 Candidato per il Consiglio Regionale

Giuseppe Persichella, candidato consigliere pubblicista per il Consiglio Regionale, su di te girano tante voci, anzi nomi: Giuseppe, Peppe, Beppe, Bepi, Persi, Persichè ma in fondo chi sei?

Un uomo con un nome, un cognome, un bel soprannome (Beppe) e tante storpiature. Un giorno ho moderato un dibattito e per tutti, grazie alle locandine, ero Pengichella. Imperdibile.
Sono nato a Cerignola, una cittadina in provincia di Foggia, che mi piace ricordare in quanto ha dato i natali a Giuseppe Di Vittorio.


E qui scatta il poeta.


Ho vissuto solo pochi anni in Puglia, di fatto sono quasi sempre stato a Imola. Per me è stato buffo scoprire che in queste due città sono nati Andrea Costa (Imola) e , come ho detto prima, Di Vittorio (Cerignola), i padri del socialismo e del sindacato italiano. Entrambe le città non li ricordano abbastanza. E così quando mi presento, mi piace sottolineare questo dettaglio, tutto qua. Ho lavorato per un paio di anni per una radio locale di Pesaro, Radio Incontro, poi dal 2003 fino al marzo scorso a Radio Città del Capo di Bologna.

Dopo una carriera nell’informazione radio, per molti versi più sicura e retribuita, hai deciso di passare alla carta stampata. Perché? Bisogno di forti emozioni? Vuoto emotivo?


No, niente di tutto questo, gli anni in radio sono stati fantastici. Diciamo che ad un certo punto ho sentito ben due esigenze: la prima, cambiare. E non potendo permettermi un nuovo taglio di capelli, la cosa da cambiare era il lavoro. La seconda, provare ad essere un giornalista free lance.


Precario o non precario, questo è il problema?


Al momento la distinzione tra precario e freelance è molto labile. I primi ambiscono, secondo me, ad un contratto stabile, ad entrare in una redazione, i secondi a collaborazioni giustamente retribuite. Io preferirei la seconda strada, ma al momento in Italia è difficile distinguere. Il bello di fare i freelance è che sta a te cercare le notizie, costruirle, proporle. Ogni mattina ti svegli e pensi a cosa potresti tirare fuori, in base alla tua sensibilità, ai tuoi interessi. Il problema, però, è che i pezzi che scrivi spesso non ti vengono pagati. E allora inizia il calvario della questua. Chiami il giornale, il direttore, chiedi quando arriveranno i soldi. Ogni volta la risposta è la stessa: “Arriveranno presto”. Ma poi sul conto, che controlli ossessivamente, non arriva nemmeno uno scellino.


Perché hai aderito ai Free C.C.P.?


Perché ci siamo, esistiamo e come tutti i lavoratori di questo mondo è giusto organizzarsi per far sentire la nostra voce. Di questi tempi sembra una scelta rivoluzionaria, invece è una decisione quasi ottocentesca quella che abbiamo intrapreso: stare uniti per difendere i nostri diritti.


E poi dice che non è poeta.

4 commenti:

  1. Ma è vero che Bonobo da due settimane non fa altro che distribuire santini del Bepis in giro? :)

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  2. Ah Beppe, ti manca Faenza, la mia (quasi) città di origine: lì è nato Pietro Nenni....

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