lunedì 4 aprile 2011

Tu quoque precario?

Bamboccioni, diversamente occupati, contrattisti a termine, stagisti, in prova, a cottimo, praticanti o più semplicemente precari?

Sono tante le definizioni coniate per descrivere la nostra generazione ma la più calzante rimane “precario” : lo siamo noi giornalisti, lo sono i nostri fratelli avvocati, le nostre sorelle al call-center, gli amici in fabbrica, i fidanzati ricercatori. È difficile parlare di se quando l’unica caratteristica comune è un senso di spaesamento, è l’esser frazionati e, troppo spesso, non vedere il proprio futuro oltre il misero orizzonte del rinnovo annuale (nella migliore delle ipotesi) di un contratto. A quanti di noi è capitato di scrivere di precari costretti alla fame? A quanti di noi è capitato di non crederci più? A fine giornata vi chiedete quanto potrete ancora durare in queste non-condizioni lavorative?

«È ora, è ora, potere a chi lavora!» gridavano anni fa i compagni operai a cui ci accomuna come allora la meschinità di una vita decisa da altri e priva di libertà. La libertà di poter costruire un futuro, la libertà di essere adeguatamente retribuiti, la libertà di essere rispettati.

Il 9 aprile, per la prima volta in assoluto, i precari italiani scenderanno in piazza gridando che “il nostro tempo è adesso: la vita non aspetta”.

Anche Bologna farà sentire la propria voce e i Free CCP saranno in prima linea. In allegato trovate la locandina e l’appello scritto dai numerosi coordinamenti aderenti e a breve vi aggiorneremo con gli appuntamenti bolognesi per il 9 aprile sperando di avervi al nostro fianco: per ora rimane confermato il ritrovo in piazza San Francesco alle 17.00.

Diffondete la voce, scrivetevene sui giornali e spammate senza pietà il collega, il vicino, il lattaio sotto casa e gli amici al bar!


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