mercoledì 22 settembre 2010
L'Unità si racconta a Bologna
Venerdì sera i giornalisti de l'Unità parleranno della situazione di crisi del giornale nel circolo Pd Passepartout in via Galliera 25, a Bologna.
Intanto, la redazione dell'Unità ha giudicato «irricevibile la lettera con la quale l'azienda annuncia la sospensione delle pubblicazioni delle edizioni della Toscana e dell'Emilia Romagna a partire dal prossimo 15 ottobre» e continua con lo stato di agitazione con altri 5 giorni di sciopero.
«Ci troviamo di fronte ad unadecisione grave e unilaterale che mette a rischio altri 11 posti di lavoro in una redazione che ha già sostenuto per intero la propria parte di sacrifici con l'uscita forzosa di una cinquantina di colleghi e il ricorso alla Cig a rotazione. I ricatti sono inaccettabili. Si ritiri quella decisione e si affronti con senso di responsabilità il confronto con il comitato di redazione e i fiduciari di Bologna e Firenze».
A cui si aggiugono (e scoccia veramente ricordarlo ogni volta) colleghe e colleghi altrettanto valenti e preparati che contrattualizzati non sono.
venerdì 17 settembre 2010
E bastaaaaaaaaaaaaaaaaa
Settembre nefasto per giornalisti dell’Emilia-Romagna: due nuove grandi crisi aziendali incombono sul destino di tanti colleghi. Il Coordinamento giornalisti precari e freelance dell’Emilia-Romagna Free Ccp pone l’attenzione in particolare per i giornalisti “diversamente contrattualizzati” del gruppo E Polis e della redazione di Bologna dell’Unità.
Ricordiamo che a differenza dei colleghi con contratti ex art.1 sono la parte più debole – perché priva della possibilità di ammortizzatori sociali – delle vertenze in corso.
A loro va in particolare la nostra piena solidarietà, e l’impegno a portare le loro specifiche problematiche all’attenzione della Commissione Lavoro Autonomo della Fnsi.
Ricordiamo che i colleghi collaboratori hanno fino ad ora pagato il prezzo più alto delle ristrutturazioni aziendali imposte dalla proprietà. Stipendi mai pagati da anni, nel caso di Epolis, e annullamento dei contratti di collaborazione nel caso de L’Unità, sono stati i duri sacrifici richiesti a questi colleghi.
Esprimiamo un sincero augurio di buon lavoro ai colleghi dei comitati di redazione e del sindacato che nella trincea del confronto con la proprietà siamo certi faranno valere le ragioni di tutti i giornalisti.
lunedì 5 luglio 2010
So-so-solidarietà
I Free CCP esprimono solidarietà ai colleghi abusivi e precari che compongono l’intera realtà lavorativa di Repubblica Parma.
L’annuncio dell’azienda di voler chiudere la redazione e far curare la testata online dalla redazione di Bologna preoccupa molto rispetto al destino dei colleghi parmensi. I Free CCP hanno per questo già segnalato la vicenda alla Commissione Lavoro Autonomo della Fnsi.
Per i colleghi di Repubblica Parma ci sono al momento solo nebulose prospettive.
SEI tra professionisti e pubblicisti tutti contrattualizzati secondo l’ articolo 2222 del codice civile (che regolamenta il lavoro autonomo con contratto d'opera) e di fatto costretti fin dall’insediamento della redazione, due anni fa, a svolgere mansioni di vero e proprio desk, aprendo e chiudendo il giornale, garantendo la copertura quotidiana e festiva attraverso turni, seguendo da abusivi i temi più delicati di nera e giudiziaria.
I pagamenti per tali mansioni, che comprendono anche la fornitura di foto e video, sono stati ben al di sotto di quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Tutto questo è accaduto in barba a ogni diritto che pure deve essere garantito a giornalisti iscritti all’Ordine, nel silenzio degli organi deputati al controllo. Per i colleghi parmensi adesso il cdr di Repubblica si impegna al rinnovo dei contratti già andati in scadenza e al confronto con l’azienda sull’inserimento nell’organico del gruppo.
Apprezziamo l’impegno del cdr e in attesa di tutto ciò ricordiamo che il ruolo lavorativo di “corrispondenti dal territorio” prospettato in questi giorni ai colleghi parmensi deve essere regolamentato secondo le apposite norme del contratto nazionale di lavoro giornalistico. E’ prassi consolidata che il contratto nazionale di lavoro giornalistico sia disatteso: lo sfruttamento del lavoro è un cancro che come Free CCP ci impegneremo sempre ad estirpare con l’unico diritto che ormai ci è rimasto.
Quello alla denuncia.
mercoledì 24 febbraio 2010
Cassa intergrazione per i 14 dipedenti di RedTV
venerdì 19 febbraio 2010
30 dollari per la copertina di TIME!
Questa realtà, assieme a tutti i problemi, gli sconvolgimenti e le novità che si porta dietro, è stata riportata alla ribalta in questi ultimi giorni dopo che Alan Mutter, guru del giornalismo americano, ha lanciato un appello ai giovani Usa ( http://www.lsdi.it/2010/02/12/basta-con-lo-sfruttamento-dei-giornalisti/ ) invitandoli a riflettere sul proprio destino dandoci un taglio con la piaga del lasciarsi sfruttare pur di vedersi pubblicato il proprio lavoro. Questo proponendo come esempio portante il caso dell'autore di una foto di copertina del settimanale Time pagato con soli 31 dollari e cinquanta centesimi.
La fotografia era stata "pescata" tra i sei e rotti milioni di immagini dell'archivio on line di " iStockphoto", l'agenzia di foto a bassissimo costo che dal 2006 fa capo a "Getty Images" che è invece una delle ammiraglie mondiali del settore e dove le immagini sono però in vendita secondo i criteri e le tariffe tradizionali.
La notizia della foto di copertina pagata 31,50 dollari era trapelata subito dopo la sua pubblicazione nell'aprile 2009 ed aveva fatto scalpore negli Usa anche perché l'autore dell'immagine, Robert Lam, s'era detto molto soddisfatto anche se, come era stato fatto rilevare in alcuni blog, sarebbe invece di circa tremila dollari la tariffa in uso per l'immagine di copertina di riviste che, come "Time", hanno tirature che sfiorano i tre milioni e mezzo di copie.
L'appello di Alan Mutter è stato ora rilanciato in Italia nel sito internet di "Libertà di Stampa Diritto all'Informazione" ( www.lsdi.it ), prestigioso osservatorio italiano sui problemi e sulle nuove frontiere del giornalismo internazionale.
La realtà delle agenzie fotografiche di microstock è un problema apertissimo nel mondo di chi si occupa, oltre che di fotogiornalismo, di tutti quei generi di fotografia che hanno sbocco in pubblicazioni e utilizzi che vanno dall'editoria in generale alla pubblicità. Se ne discute anche in Italia: da una parte chi inorridisce all'idea che vengano immesse sul mercato immagini pubblicabili anche per pochi centesimi e dall'altra invece chi sostiene che le agenzie di "microstock" permettono ritorni economici anche più che soddisfacenti attraverso la moltiplicazione delle opportunità di vendita dei diritti delle singole immagini ad una platea infinita di "consumatori" senza grandi possibilità che altrimenti non acquisterebbero o, ipotesi non del tutto infondata, se la sfangherebbero rubacchiando qua e là le foto a loro utili.
In sostanza, il quesito è: meglio pubblicare poco ma a tariffe immediatamente remunerative, oppure sperare di azzeccare un'immagine e ottenere lo stesso risultato economico vendendola per migliaia di volte?
A chi legge, le risposte possibili.
Amedeo Vergani (presidente Gsgiv dell'Alg)
giovedì 18 febbraio 2010
EDITORIA: FNSI, SALE PREOCCUPAZIONE PER TAGLI. VERTENZA NAZIONALE
Tutti gli intervenuti all’incontro di oggi hanno sottolineato che nella vertenza per impedire lo spegnimento di queste voci si gioca una partita decisiva per il pluralismo dell’informazione italiana. Una battaglia di libertà che è insieme richiesta di una radicale riforma dei criteri di erogazione delle risorse pubbliche, di cui fin qui hanno beneficiato anche troppe esperienze editoriali fittizie. Una battaglia che - hanno sostenuto numerosi CdR - deve crescere fino a coinvolgere anche le rappresentanze sindacali delle più diffuse testate nazionali.
Ampio il ventaglio delle iniziative proposte. Non sono escluse alcune clamorose che verranno comunicate all’ultimo momento. Intanto si comincerà con incontri con le più alte cariche istituzionali, con un appello dei parlamentari, con la sensibilizzazione dei candidati alle imminenti elezioni regionali. Ipotizzate pagine di informazione specifica sulla carta stampata, sollecitata l’attenzione concreta del servizio pubblico, previsti spot su radio e tv locali. Forme di intervento che dovranno essere attivate già a partire dai prossimi giorni, in occasione del passaggio del “mille proroghe” alla Camera; qualora l’emendamento non fosse recepito, la pressione dovrà proseguire per sfruttare ogni altro possibile testo parlamentare nel quale inserire il ripristino del diritto soggettivo. Insieme alle azioni che ogni redazione metterà in atto nella sua realtà, la Federazione della Stampa, il coordinamento dei Cdr e le altre organizzazioni interessate a questa battaglia pianificheranno una manifestazione pubblica a Roma.
Entro i prossimi tre giorni è anche previsto un incontro con il sottosegretario all’Editoria, on. Paolo Bonaiuti”.